VIAGGIO NEL DNA DELLE ORGANIZZAZIONI

La coevoluzione(r)

 

 

 

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Secondo Holland la capacità di un determinato organismo di sopravvivere e riprodursi dipendeva dalla nicchia che questo occupava, dalla presenza d’altri organismi, dalle risorse disponibili ed anche dalla sua storia.

 

I biologi ritenevano talmente importante tale concetto da aver coniato un nuovo termine: la coevoluzione.

 

Gli organismi reali si evolvono inseguendosi l’un l’altro, quindi l’evoluzione non è solamente il tendere di un organismo verso un modello in grado di avere maggiori possibilità di sopravvivenza ma il risultato di un adattamento reciproco di tutti gli organismi e quindi della coevoluzione.

 

Un ecosistema si evolve non solo per selezione naturale, effettuata dall’ambiente, ma per coevoluzione degli elementi che lo compongono e degli  ecosistemi che lo circondano (fig. 12a).

 

 


 

 Questo fattore aggiuntivo modifica notevolmente il concetto di complessità e d’evoluzione nel suo insieme. Se, infatti, l’evoluzione può essere paragonata ad una scalata che tutti gli organismi devono compiere per l’adattamento, con l’introduzione del concetto di coevoluzione gli organismi scalano la vetta poggiando i piedi su di un terreno che si modifica in funzione del movimento d’ogni organismo presente e quindi dell’impulso che questi consciamente o inconsciamente forniscono all’ambiente.

 In pratica, la configurazione dell’ambiente si modifica continuamente con le interazioni che ogni organismo ha con lo stesso e conseguentemente la stessa interazione di qualsiasi organismo deve costantemente tenere conto delle modificazioni ambientali che intervengono nel tempo e delle reazioni a tali modificazioni che attivano gli altri organismi che vivono in esso.

 Tale dinamica dava credito ai principi economici di Arthur e giustificava il modello autocatalitico di Arthur e di Kauffman inerente il mutamento tecnologico.

 Holland comprese che il limite dei sistemi classificatori era dato dal fatto che il meccanismo di base dell’evoluzione e del suo rinforzo era dato dal sistema premiante, attribuito da un ente astratto definito ambiente e, nel simulatore, dal programmatore. Questo, di fatto, non era altro che la risultante delle azioni o delle forze attivate da altri organismi adattivi.

 Egli quindi ideò Echo, una comunità biologica semplificata dove gli organismi digitali vagavano nell’ambiente artificiale alla ricerca delle risorse necessarie per mantenersi in vita e riprodursi.

 I singoli organismi si muovevano a caso ma ogni volta che si incontravano mutavano il loro atteggiamento e divenivano ostili.

 Simulò quindi i vari atteggiamenti che potevano nascere a fronte di un incontro casuale e contemporaneamente le probabiliti di successo che un organismo poteva avere sull’altro, in funzione dei meccanismi di difesa-offesa di cui era dotato. Eliminò il sistema premiante assegnato arbitrariamente dall’esterno con quella che definì competizione biologica.

 Naturalmente l’algoritmo genetico, faceva evolvere, fra le caratteristiche degli organismi anche i meccanismi di difesa-offesa e quindi il modo di affrontare lo scontro fra organismi in generazioni successive.

Ma ciò non era sufficiente, di fatto Holland doveva rispondere ancora al perché la lotta per la sopravvivenza produce simbiosi ed altre forme di collaborazione.

 

Per far ciò, Holland ricorse al cosiddetto dilemma del prigioniero, sviluppato nella teoria matematica dei giochi ed a quelle che sono state le evoluzioni successive in termini programmi sviluppati per simulare i comportamenti di un individuo che si trovi di fronte alla scelta cooperare con la polizia, e quindi tradire il compagno, oppure tacere e quindi essere solidale con questo.

Furono sviluppati più programmi di comportamento e provati contemporaneamente ed, alla fine, prevalse quello che è stato definito Tit for Tat (Colpo su Colpo).

In pratica, il Tit for Tat è un comportamento dove si è inizialmente leali, solidali, poi si copia il comportamento del compagno all’ultima mossa. In tale modo si ottiene il massimo del risultato possibile; se il compagno è stato sleale entrambi i prigionieri escono di prigione per insufficienza di prove, se il compagno è stato sleale tutti e due rimangono prigionieri, condannati però con la pena che ad ognuno spetta e senza ulteriori aggravi.

Il Tit for Tat corrisponde al comportamento di un individuo corretto, benevolo, chiaro e duro nelle reazioni.

E’ chiaro che, se il comportamento avente le maggiori probabilità di successo è quello del Tit for Tat, e quindi della cooperazione iniziale e della adeguata reazione, i sistemi complessi di successo tendano a cooperare e quindi ad autorganizzarsi attraverso tale meccanismo, per poi reagire in funzione delle azioni degli altri sistemi presenti nell’ambiente, dei dati statistici e quindi della loro storia.

 

 

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