VIAGGIO NEL DNA DELLE ORGANIZZAZIONI

Le teorie fenomenologiche e cognitiviste(r)

 

 

 

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I ricercatori appartenenti a questa storia di pensiero considerano l’organizzazione come una realtà umana e sociale non biologica.

Per fare organizzazione, secondo tale scuola, occorre concentrare l’attenzione sui meccanismi utilizzati dagli individui per percepire e dare un significato all’organizzazione.

 Tale approccio prende piede subito dopo l’enfasi funzionalista che ha caratterizzato gli anni che vanno dal 1960 al 1980.

 In realtà, trattasi di due tradizioni di ricerca distinte ma che sono accomunate da due aspetti fondamentali:

bulletattenzione sull’attore come individuo piuttosto che sul sistema
bulletnegli ultimi anni convergono su di un approccio  comune: la teoria della cognizione sociale.

Di fatto, le due scuole di pensiero possono essere considerate come due modi diversi di interpretare la struttura organizzativa.

 I cognitivisti concepiscono la struttura come un modello di coordinamento e controllo.

 Tale bisogno nasce dalla necessità che hanno gli individui di federarsi per svolgere compiti complessi.

 Secondo tale scuola i ricercatori devono capire:

bulletle funzionalità del cervello e le sue capacità di analisi
bulletcome funziona la razionalità umana a livello di singolo indiduo e nell’ambito delle relazioni che avvengono fra individui nel momento in cui questi sono inseriti in una collettività organizzata o da organizzare
bulletcomprendere come l’organizzazione funge da elemento super-razionale in grado di sopperire ai limiti della razionalità propria dei singoli individui.

Nella tabella a seguire sono riportati per singolo livello d’analisi gli approcci seguiti dalla scuola cognitivista.

Livello d’analisi

Approccio

Trattamento delle informazioni

È riconosciuto solo il livello individuale degli effetti di trattamento delle informazioni, senza considerare gli effetti organizzativi.

Scelta strategica

La scelta è considerata come una funzione dei processi cognitivi individuali, controllati dalle strutture cognitive del decisore.

Raccolta d’informazione

La struttura cognitiva del decisore individuale determina quali siano le informazioni importanti e stabilisce di volta in volta la raccolta d’informazione necessaria.

Soluzione dei problemi

Un unico processo di soluzione viene considerato per ogni situazione di scelta incontrata.

Sviluppo di alternative

Il decisore è visto sviluppare situazioni idiosincratiche alla situazione scelta.

Valutazione delle alternative

Le alternative sono valutate rispetto a criteri generati unicamente per la situazione specifica.

  I fenomenologisti interpretano la struttura come un sistema di ruoli attraverso i quali sono condotti e svolti i “giochi organizzativi”.

 In tale contesto è fondamentale il sistema condiviso di simboli che gli individui riescono a costruire per meglio comunicare ed operare.

 E’ essenziale, per tale scuola di pensiero, comprendere come gli individui interpretino il loro ruolo all’interno dell’Organizzazione ed attraverso quali meccanismi ciò avvenga.

 Gli aspetti distintivi dell’approccio fenomenologico possono essere sintetizzati nei seguenti punti (Silverman, 1970):

  1. le scienze sociali e quelle naturali affrontano problematiche completamente diverse e quindi non vi sono affinità fra il mondo organizzativo e quello biologico
  2. è fondamentale partire dall’analisi dei comportamenti e poi procedere a quella sulle azioni in quanto queste nascono a fronte dei significati attribuiti dalla realtà sociale
  3. Gli uomini interpretano le organizzazioni dalla società e dal contesto dove vivono ed operano, gli orientamenti condivisi divengono fatti istituzionali e sono vissuti dalle generazioni successive come fatti sociali
  4. dove la società definisce l’uomo, questo definisce la società
  5. attraverso le loro interazioni gli uomini modificano, cambiano e trasformano i significati sociali
  6. le spiegazioni delle azioni umane devono tenere conto dei significati che gli individui attribuiscono  a queste
 

le spiegazioni che affermano che l’azione è determinata da forze esterne e deterministiche, sociali o meno, non sono ammissibili. 

 

 

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